Si rilasciano Certificati di Battesimi-Cresime, procedure matrimoniali
Lunedi 9-10,30
Sabato 9-10,30
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Per molte parrocchie settembre è il mese del cambio di parroco, è tempo di traslochi, e non solo di mobili e libri, ma anche di saluti e di nuove partenze, e quest’anno è toccato anche a Fontanella. Ogni prete lo sa: noi siamo fatti per andare, non per restare, il nostro compito è quello di preparare i cuori affinché il Signore ci abiti. Il prete va, ma Gesù resta. Ai preti che cambiano bisogna dire grazie, con affetto e stima, perché sono un dono di Dio, al di là delle capacità e dei meriti di ciascuno. Le comunità parrocchiali sono invitate a vivere questo momento di cambio con un atteggiamento di fede, senza enfatizzare le virtù del predecessore col rischio di incrinare la fiducia verso il successore, senza scadere in una logica puramente umana. Il cambio del parroco va vissuto nella fede e nella preghiera, non solo come notizia che stimola la curiosità o il pettegolezzo. Ogni distacco, si sa, è fonte di sofferenza, perché cambia alcune relazioni umane; il prete che per anni è stato pastore di una comunità impara ad amarla, a costruire legami con le persone, a volte anche belle amicizie, ma il cambiamento di parrocchia è un segno della provvisorietà che accompagna la vita del prete; la rinuncia a tante cose fa male, ma il dover ‘tagliare’ per ‘ripartire’ altrove è anche un segno della sua appartenenza al Signore. La verità è che il prete non ‘si appartiene’ e non ‘appartiene’ neppure alla sua gente. Se per un breve o lungo tratto della vita ha avuto come compagna di cammino una comunità, sa che non è per sempre, perché egli appartiene a Dio, e per amore di Lui conosce, ama e accoglie tutti. Davvero strana e bella è la vita del prete: chiamato ad amare le persone di cui è pastore ad una ad una, senza però legarsi ad esse. Per questo il prete, dopo la sofferenza del distacco da una comunità, trova la gioia e la forza di ricominciare e di rimettersi al lavoro in un’altra. Allora vi comando: vogliate bene ai vostri preti, ricordatevi che sia il prete che è partito che quello che arriva è stato un ragazzo e poi un giovane come voi, e ad un certo punto il Vangelo l’ha “preso” così tanto da fargli fare la “follia” di prendere in mano la sua vita per metterla a servizio della Chiesa, e così è stato. Se avete incontrato, conosciuto, stimato un prete, se vi siete affezionati a lui e lui a voi, se ha conquistato la vostra fiducia al punto che gli avete raccontato quelle cose di voi che a nessun altro mai avreste detto; se tutto questo è capitato, è soltanto perché quel prete ha consegnato la sua vita al Vangelo, e questo lo ha messo sui vostri passi. Perciò lasciatevi provocare dal vostro Don, lasciatevi provocare dal Vangelo di Gesù, solo Lui è capace di farci fare quelle “follie” che danno senso alla vita. . don Angelo Rossi